Il Crocefisso Tela d'altare, restaurata e ricollocata |
E’ una notevole e ampia pala d’altare che sovrasta la Cappella di sinistra della Chiesa. Come stile è da ascriversi alla fine del ‘700 per i suoi lineamenti caratteristici, quali il volto intensamente martoriato del Redentore, il colore sfumato e caldo del corpo sospeso alla Croce e del fondo denso di tenebre, illuminato drammaticamente da un sole rossastro che partecipa al pianto della natura; gli elementi cari a queste sacre figurazioni in basso del quadro: a sinistra il disegno paesistico di Gerusalemme e a destra i segni e i simboli della Passione, come i flagelli, la spugna, i vasi delle bevande offerte ai moribondi. L’anatomia è perfetta, il perizoma trattato con raffinatezza ma con svolazzo troppo manierato e baroccheggiante. Dal lato iconografico la pittura è profondamente religiosa e spinge il credente alla meditazione biblica dell’agonia di Gesù che è ritratto nel momento più tragico e insieme culminante della passione: " Gesù mandando un gran grido esclamò: Padre nelle tue mani rimetto il mio spirito...... e chinato il capo rese lo spirito....". Il volto adorabile del Crocefisso è terribilmente dolorante ma non disperato; è il Figlio di Dio che conserva nell’acne della sua missione redentiva la comunione divina, l’abbandono totale nella volontà salvifica del Padre; è una pittura realistica e traumatica, ma nel contempo, una pittura che descrive col pennello dell’anonimo artista, la pagina più angosciosa del Vangelo e invita i fedeli ad una contemplazione mistica della sofferenza di Cristo, ad una adorazione riparatrice e ad una partecipazione sofferta al mistero della salvezza come insuperabilmente espresso nella teologia Paolina. Tratto da: Angelo Mencucci BRUGNETTO Storia Fede Arte
1989 Restaurato grazie al contributo di: Si ringrazia per la
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