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ASSISI 

24 GENNAIO 2002

 

incontro di preghiera 
delle religioni cristiane per la pace

Testimonianza di Annalisa, Laura, don Paolo e Simone

È affascinante uno dei significati etimologici attribuiti alla parola Religione. Religio vuol dire anche legare insieme. Ogni religione - semplicemente da un punto di vista fenomenologico - unisce, crea legami con gli altri, genera un sistema di valori per i quali si è disposti a giocare la propria vita, anche come comunità. Ogni religione è rifiuto del male e ricerca della felicità insieme agli altri.

Ad Assisi abbiamo visto tutto questo. Dopo l’invito lanciato da Giovanni Paolo II lo scorso 18 novembre a tutte le religioni del mondo: «Chiederemo a Dio la pace», tutti siamo più consapevoli che la pace non è semplicemente assenza di guerra, ma è contemporaneamente dono di Dio e fatica dell’uomo. Per questo è bene non dimenticare l’importanza di pregare per ottenere la pace. 

          

Ci riteniamo fortunati! Giovedì 24 gennaio 2002 eravamo con amici all’interno della Basilica Inferiore di Assisi per pregare con le religioni cristiane, con il Papa e tanti cardinali.

Questo secondo raduno di Assisi ci è sembrato più organizzato, più istituzionalizzato… con tutte le conseguenze belle e brutte che ne derivano. Tra le brutte: l’eccessiva presenza di agenti per la sicurezza, più di 1500 giornalisti accreditati (ad occhio o croce circa un quarto dei partecipanti!), un tendone mastodontico che ricopriva la piazza, telecamere ovunque – mi chiedevo se erano più le persone che lavoravano o quelle che pregavano. Tuttavia chi voleva pregare – ed erano tanti – ha pregato. Il mondo intero ha percepito questo grande segno che il nostro vecchio papa ha voluto dare. 

                      

Una domanda ci ha accompagnato durante tutta la giornata: come mai è il papa ad invitare le altre religioni? perché non il rappresentante della religione buddista o musulmana? Non crediamo che si possa rispondere: per la grande rete organizzativa e diplomatica della Chiesa cattolica. Abbiamo provato a dare una risposta che andasse più in profondità, vicino all’identità propria della nostra religione. Il cristianesimo più che una religione è una fede rivelata; venuta da Dio. E fede significa affidarsi ed aderire a quanto Dio come persona mi dice. L’invito a radunarsi tutti per pregare per la pace è venuto da Dio, fa parte del suo modo di fare. Jahvè – colui che è per – ha chiamato gli uomini a collaborare per realizzare la pace, per realizzare la civiltà dell’amore. Ed è significativo che questo invito sia passato proprio attraverso il Successore di Pietro, colui che testimonia e rappresenta la fede cristiana.

Dio è il Santo (è un’idea molto cara all’ebraismo) e solo la pace è santa, mai la guerra!

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